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Secondo i principi della filosofia yoga tutto esiste in virtù della forza mentale trascendente che è presente in ogni cosa, per cui la coesione e la struttura del nostro organismo sono il prodotto di certe reazioni chimiche e di certe funzioni vitali; ma queste reazioni chimiche e queste funzioni vitali sono il prodotto della forza mentale che è in noi e che comanda questi processi affinché il corpo sia così come noi lo conosciamo e lo vogliamo. Ne consegue che attraverso quella stessa forza mentale noi possiamo comandare e stabilire la periodicità e le successioni di certe reazioni e di certe funzioni. Solo in questo modo si spiegano i casi che meravigliano noi occidentali e che ci hanno dato un'immagine distorta e lontana dalla realtà degli yogi. Il "santone" indiano che si fa calare in una bara sotto quattro metri di terra e che vive ventiquattro giorni senza che il suo fisico ne risenta, non ha fatto altro che mettere in pratica gli insegnamenti hatha yogici, allo stesso modo di colui che è entrato in così stretto connubio con una pianta da avere un ramo che affonda le sue radici e gli cresce nel palmo di una mano. Questi sono i casi macroscopici e che più hanno contribuito a dare un'immagine da cartolina turistica alla filosofia yoga e alle sue pratiche.